#sottoilsegnodelcuoco

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Gabriel Garcia Marquez sosteneva che “la memoria del cuore elimina i cattivi ricordi e magnifica quelli buoni, e grazie a questo artificio, siamo in grado di superare il passato”. Questa frase è la perfetta presentazione di questo spazio. Uno spazio di ricordi che ha formato la mia passione per la cucina ma anche il mio modo di essere e di intendere.
Sono nato tra i fornelli sotto il segno del leone che subito è diventato il segno del cuoco. Una professione, quella del cuoco, che ha segnato me ma che segna la mia famiglia da generazioni. Le tracce di questa passione sono tante. Facce di uomini di altri tempi, di fatiche che la moderna cucina da televisione nemmeno immagina. Cucine alimentate a carbone come le vecchie locomotive. Facce segnate dalla fatica, dal sudore. Buffet e preparazioni di cuochi antichi che si rivestivano in tutto punto per una foto bella, che all’epoca rappresentava un pezzo unico e che stride con la bulimia di immagini artefatte che oggi inondano soprattutto il web.
Questo spazio di memoria e di ricordo è dedicato a mio padre Peppino Falconio che mi ha trasmesso questa passione che prima di lui mio nonno, e suo padre Francescopaolo ‘Ciccillo’ Falconio, aveva trasmesso a lui. Uno spazio di memoria per loro e per quanti hanno dato la meglio gioventù a questo mestiere. Se avete foto, ricordi, scritti che onorano questa memoria, mandatemeli. Se avete racconti o se solo riconoscete qualcuno in queste foto fatemelo sapere: sarò ben lieto di dargli la visibilità che meritano perché come disse un altro grande come Oscar Wilde “La memoria è il diario che ciascuno di noi porta sempre con sé”

 

Grand Hotel Mediterraneo di Riccione, stagione estiva 1963. Lo chef Francescopaolo ‘Ciccillo’ Falconio con parte della sua brigata. Da destra: Enzo Calabrese, Nicola Sabatini (detto Enzin Pnett’), il secondo chef Ugo Antonio Falconio (detto Tonino lu cioce), Fausto Fantini, Peppino Falconio, Rizziero De Caro

I grandi pranzi degli anni Ottanta e Novanta

Dal ricevimento per il cardinale Caprio, presidente della prefettura per gli affari economici della Santa Sede, alle grandi cerimonie nelle tenute private come quella a più di 600 invitati realizzata nel 1978 nella tenuta privata dell'azienda Pozzorsogno o i rinfreschi nel cantiere Ortona Navi in occasione del varo di yacht di lusso