Sono nato l’11 agosto 1974 e mio padre venne a conoscermi vestito da cuoco. Per il lunch in hotel c’erano 400 clienti e lo chef non poteva perdere troppo tempo in convenevoli. Papà era così quando lavorava. Allegria e scherzi non mancavano ma nei momenti topici non erano ammesse smancerie. Molta sostanza, molte urla, molto carattere, molto lavoro. I cuochi degli anni ottanta erano così.
A mio avviso è la generazione più importante per la cucina moderna perché è in quegli anni che si afferma quella che sarebbe poi diventata la cucina da far uscire dalle cucine, esibire, da mostrare al grande pubblico. Per questo quando sento bistrattare e trattare con sufficienza la cucina degli anni ottanta (nei talent viene usata quasi come paragone sminuente) mi verrebbe voglia di vedere questi maestri delle belle foto lavorare a quei tempi, con quegli strumenti, con quella clientela a cui non bastava il mostrarsi personaggio o l’estetica fine a se stessa. Negli anni ottanta la clientela guardava alla sostanza, che andava fatta con vero mestiere.
1kg di polpa di vitello | |
Due carote, una costa di sedano, una cipolla | |
300g di tonno sgocciolato | |
Un bicchiere di vino bianco fermo | |
Un cucchiaio di capperi | |
Due filetti di acciuga sott'olio | |
Mezzo limone spremuto | |
Maionese q.b. | |
Prezzemolo tritato e fette di limone per guarnire | |
Olio Terre Rosse bio q.b. | |
Spago da cucina |
Il vitello tonnato mi ricorda l’infanzia, le tante estati passate a guardare a bocca aperta i buffet freddi lunghi trenta metri, le brigate da 15 cuochi che si muovevano a ritmo come una falange oplita, i camerieri che erano davvero tali, la professionalità scandita da tempi degni di un orologio svizzero. I grandi alberghi erano il banco di riscontro di cosa significasse essere grandi chef di brigata e io, oltre a papà, ne ho conosciuti tanti. Cuochi antichi, cuochi veri
1. | Prendete il pezzo di polpa di vitello e dopo averlo legato con lo spago da cucina, salato, pepato, rosolatelo in extravergine Terre Rosse a fuoco forte aggiungendo un taglio grossolano di sedano, carote e cipolla |
2. | Una volta imbrunita, bagnate la carne con del vino bianco e fate evaporare |
3. | A questo punto aggiungete poco per volta del brodo fino a cottura ultimata che avrete quando non vedrete più il sangue uscire infilzando la carne con un forchettone (tempo per circa un chilo di carne un’oretta) |
4. | Mentre il vitello cuoce (deve formarsi un fondo non troppo liquido di media densità), passate alla salsa. Frullate il tonno (circa 200g) con una manciata di capperi e due filetti di acciuga |
5. | Ottenuta una poltiglia omogenea, aggiungete un filo di vino bianco, la spremuta di mezzo limone e a seguire della maionese. La salsa deve essere vellutata, per cui vi dovete regolare a occhio. Anche il sapore dovrete regolarlo a seconda dei gusti, per cui dosate bene limone e sale |
6. | Fatta la salsa tonnata tornate alla carne. Tagliatela a fette e mettetela a raffreddare in frigorifero. Il fondo lo andrete a frullare e riporre in frigorifero. Quando tutti i componenti saranno freddi, impiattate nappando le fette di carne con la salsa tonnata e gocce di fondo di cottura, guarnendo con capperi, fette di limone e poco prezzemolo tritato. |
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