Spulciando tra le ricette mi sono imbattuto in due scuole di pensiero: una che vuole la fecola al posto del semolino e un’altra che nell’impasto aggiunge il burro.
D’istinto sono giunto alla conclusione che se pane rozzo deve essere (da qui il nome Parrozzo) il burro è troppo nobile e non ci va. E anche la fecola mi sembra un composto troppo raffinato per una ricetta dal piglio così spartano. Il risultato debbo dire che è stato molto soddisfacente e se volete prepararlo per Natale, ecco la #videoricetta completa di dosi per due parrozzi grandi e alcuni parrozzini
300g di semolino | |
300g di zucchero | |
2 limoni | |
12 tuorli | |
12 albumi | |
Un bicchierino di liquore amaretto (o una manciata di mandorle amare) | |
600g di cioccolato fondente per la glassa |
Una ricetta storica, quella del Parrozzo, cara a molti abruzzesi. E' un dolce tipico del Natale, soprattutto nella zona del pescarese dove nacque intorno agli anni '20 del Novecento...
1. | Mettete a tostare le mandorle con tutta la pelle e quando sono fredde, rendetele farina con un tritatutto |
2. | Montate tuorli e zucchero e a parte gli albumi a neve ferma |
3. | Aggiungete ai tuorli la farina di mandorle e quando il tutto è ben amalgamato il liquore amaretto (o le mandorle amare tritate a farina) |
4. | Unite la scorza grattugiata dei limoni e subito dopo il semolino |
5. | Ora aggiungete delicatamente i bianchi montati a neve, mischiando dal basso verso l'alto per non smontare il composto |
6. | Imburrate e infarinate uno stampo da parrozzo e calate l'impasto fino a un dito dai bordi |
7. | Dopo cotti (circa un'ora a 180°) ponete i parrozzi su una griglia e glassate con il cioccolato fondente |
8. | Prima di consumare il parrozzo lasciarlo riposare per una nottata o per almeno 8 ore |
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