In questo #8dicembre importante per la tradizione cristiana è d’obbligo un momento di raccoglimento per contemplare…le scarpelle.
Non so se si era capito, ma quest’anno dopo 45 di presenza ininterrotta non passerò il #Natale in Abruzzo. Ma sono certo che sarà bello lo stesso, tra brindisi in videochiamata, videochiamate e brindisi e videobrindisi senza chiamate.
E per rendere meno traumatica l’assenza farò tutto quello che per anni ho fatto e visto fare. E ci saranno di sicuro le scarpelle, che nonna metteva a crescere vicino al camino la mattina per poi friggerle il pomeriggio. Un odore e una scena indelebile nel tempo.
Sul web traccia delle scarpelle abruzzesi non ne vedo. Molto presenti sono quelle molisane dove in alcuni casi compare anche l’uovo. A Villa Santa Maria le impastiamo con sola acqua, farina, lievito e una patate con due (anche tre) lente lievitazioni.
Mancherà il camino, forse la neve ma la versione romana di queste feste sarà fedele alla tradizione più della copia migliore di un Modigliani.
E quando potrò consumarla la ‘vendetta’ sarà senza scrupoli e non si faranno prigionieri..
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